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Tasse e acconti 2023, arrivano importanti modifiche

In arrivo importanti novità fiscali nel 2023, con cambiamenti che riguarderanno partita Iva, aliquote tasse e acconti. Dopo l’obbligo del Pos e le fatture elettroniche per i forfettari a partire dal luglio 2022, verranno introdotte nuove disposizioni per i titolari di partita per poter passare dal regime forfettario agevolato a quello forfettario agevolato e modificate le aliquote di pagamento di tasse e acconti. Si tratta di misure che fanno parte della riforma delle tasse in atto in Italia e che ha già portato a una revisione delle aliquote Irpef per i redditi da lavoro.

Partita Iva: passaggio da regime agevolato a ordinario

Una delle novità previste per il 2023 per coloro che sono titolari di partita Iva riguarda le condizioni per poter usufruire del regime forfettario agevolato e per passare a quello ordinario. Attualmente per poter accedere alla tassazione agevolata è necessario non superare ricavi per 65.000 euro. In caso di somme più alte si passa subito al regime ordinario. Con la riforma, chi dichiara somme maggiori a tale soglia potrà continuare a beneficiare dell’aliquota del 15% per ulteriori due anni, rimandando in questo modo gli adempimenti previsti per la tassazione ordinaria. Nello specifico per aderire al regime transitorio non si devono percepire ricavi per una somma superiore a 85.000 euro. Oltrepassato quest'ultimo importo si entra per legge nel regime ordinario.

Fatturazione elettronica

L’incremento della somma massima di ricavi per poter accedere al regime forfettario, ha portata la modifica del funzionamento del regime forfettario per il periodo 2022-2023. I titolari di partita Iva che usufruiscono dell’aliquota forfettaria del 15% nel pagamento delle tasse, a partire da luglio 2022 avranno l’obbligo di effettuare la fatturazione elettronica, emettendo il documento digitale entro il mese successivo a quello in cui avviene l’operazione. Adempimento quest’ultimo da cui restano esclusi i titolari di partita Iva forfettaria con ricavi annui inferiori a 25.000 euro, che possono godere di tale privilegio fino al 31 dicembre 2024.
Un rafforzamento dei controlli sono previsi nei promessi mesi per coloro che utilizzano il regime forfettario, soprattutto in caso di ritardi o irregolarità nella presentazione delle dichiarazione dei redditi o per mancanza dei requisiti al sistema di tassazione agevolata.

Aliquote tasse e acconti nel 2023

La riforma fiscale messa in atto dal Governo Draghi riguarda anche le aliquote di di tasse e acconti, con nuovi sistemi di calcolo per permettere pagamenti su base mensile in modo che i contribuenti possono avere maggiore liquidità. In tale ambito, al momento è stata stabilito che per quanto riguarda le aliquote Irpef locali, i comuni capoluoghi con un debito procapite che supera i 500 euro, avranno la facoltà di incrementare la percentuale a propria discrezione, nel rispetto di determinati limiti indicati dalle normative. Mentre per i comuni con un deficit procapite superiore i 1.000 euro ci sarà l’opportunità di modificare l’aumento o applicare una tassa di 2 euro a chi si imbarca in porti e aeroporti.
È oggetto di discussione anche un taglio del cuneo fiscale sui redditi da lavoro, al fine di poter diminuire le tasse e cercare di aumentare gli stipendi e gli importi della busta paga dei lavoratori.

Obbligo Pos e fatturazione elettronica per forfettari dal 2022

Intanto dall’inizio di luglio alcune novità sono entrate in vigore per i titolari di partita Iva, rappresentate dall’obbligo di dotarsi di Pos per i pagamenti e di emettere fattura elettronica in caso di ricavi superiore ai 25.000 euro annui. Contestualmente per chi non consente ai clienti di effettuare i pagamenti con il Pos, sono già state attivate delle sanzioni, pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione rifiutata. Un adempimento quello del Pos che riguarda tutte le categorie di titolari di partita Iva, quali: artigiani, commercianti, liberi professionisti, titolari di strutture ristorative, ricettive e agriturismi, tassisti e venditori ambulanti. Tutti tali soggetti non possono non accettare pagamenti con il Pos se richiesti dai cliente senza incorrere in una multa. Unico caso in cui questa non viene emessa è quando in seguito a problemi con la connessione il Pos non dovesse non funzionare.

 

 

 

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