Sentiamo spesso parlare di oneri deducili e detraibili, e alcuni erroneamente pensano che questi due termini siano sinonimi. In realtà non è affatto così, e la differenza tra deducibilità e detraibilità può incidere notevolmente sugli importi che risparmiamo nel momento in cui effettuiamo la dichiarazione dei redditi. Ecco allora le principali differenze tra deducibilità e detraibilità che tutti dovremmo conoscere in vista dell'appuntamento annuale con la dichiarazione dei redditi.
Spese deducibili e spese detraibili, quali sono?
In entrambi i casi si tratta di oneri per i quali lo Stato riconosce uno sconto dalle imposte, scalando le rispettive percentuali dal reddito o dalle tasse da pagare. Gli importi di questi "sconti" variano appunto in base alla detraibilità o deducibilità di ogni onere.
Si parla di oneri detraibili quando siamo in presenza di spese che danno diritto, indipendente dalla fascia di reddito, a una detrazione fissa stabilita dal Governo, mentre gli oneri deducibili vanno a diminuire di fatto il reddito imponibile.
Oneri detraibili, ecco quali sono le spese a quota fissa
Le percentuali stabilite per gli oneri detraibili possono essere, a seconda della tipologia di spesa, del 19%, 26%, 30%, 35% o 90%. Rientrano tra gli oneri detraibili, e possiamo quindi detrarre dalla nostra imposta lorda un importo pari al 19% delle spese sostenute, ad esempio, per spese mediche e visite specialistiche, anche se sostenute per familiari non a carico affetti da patologie esenti, gli interessi per mutui ipotecari, le spese per istruzione universitaria, le spese funebri, gli interessi ipotecari, le spese per asili nido, quelle veterinarie e quelle sostenute per addetti all'assistenza personale.
Per questa tipologia di oneri, indipendentemente dalla fascia di reddito di appartenenza, riceveremo una detrazione che sarà pari alla percentuale stabilita dalle vigenti norme fiscali, e in alcuni casi terrà conto anche della franchigia prevista dalla legge. Se ad esempio abbiamo sostenuto, nel corso dell'anno 2022, spese veterinarie per 200 euro potremmo contare su una detrazione del 19%, per cui scaleremo dalle nostre tasse 38 euro, indipendentemente dalla nostra fascia di reddito. Se invece abbiamo dovuto pagare lo scorso anno 800 euro per farmaci e visite specialistiche, lo Stato ci riconoscerà un abbattimento del 19% sulla parte che eccede la franchigia di 129,11 euro. Questo significa che ci vedremo detratti dalle tasse 127,30 euro, ovvero il 19% di 670,89 euro, che corrispondono alla spesa sostenuta al netto della franchigia.
Spetta invece una detrazione del 26% sulle erogazioni liberali a favore di Onlus e partiti politici, percentuale che sale al 35% in caso di donazioni in denaro o in natura a favore di organizzazioni di volontariato (OV) ed Ets. Per quanto riguarda le assicurazioni contro eventi calamitosi, stipulate acontestualmente alla cessione del credito e relative ad eventi Sisma bonus 110%, la detrazione sale al 90%.
Tutte queste spese diminuiscono l'Irpef lorda, e sono calcolate in relazione alla detrazione prevista per tipologia, mentre ce ne sono altre che abbattono il reddito, risultando così di importo diverso a seconda della fascia reddituale di chi le sostiene. Stiamo parlando degli oneri deducibili.
Oneri deducibili nella dichiarazione dei redditi 2023
La deduzione dal reddito complessivo è prevista per:
- contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e volontari versati all'ente pensionistico di appartenenza
- assegni periodici corrisposti al coniuge
- contributi per addetti ai servizi domestici e familiari
- contributi ed erogazioni in favore di istituzioni religiose
- spese mediche e di assistenza specifica per persone con disabilità
- contributi e premi per forme pensionistiche complementari e individuali e ai sottoconti PEPP
- spese per l’acquisto o la costruzione di abitazioni date in locazione
- somme restituite al soggetto erogatore in periodi d’imposta diversi da quello in cui sono state assoggettate a tassazione
- erogazioni liberali in denaro o in natura in favore delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e degli enti del terzo settore (ETS)
Queste tipologie di spesa vanno ad abbassare il reddito complessivo, per cui non vanno a diminuire direttamente l'importo delle tasse da pagare (come accade per gli oneri detraibili), ma piuttosto il reddito imponibile sul quale viene poi calcolata l'imposta lorda. Facciamo un esempio per comprendere meglio.
Supponiamo che un contribuente, con un reddito di 10.000 euro, avesse un onere deducibile di 1.000 euro. Il suo reddito, sul quale calcolare l'imposizione fiscale, sarebbe di 9.000 euro e andrebbe quindi a "recuperare" le imposte pagate (o diminuire quelle da versare all'Erario) per un importo pari al 23% della spesa. Il "risparmio" aumenta con l'aumentare del reddito, perché sui redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro è prevista un'aliquota del 25%, che sale al 35% per redditi fino a 50.000 euro e al 43% su quelli superiori. Ciò significa che lo stesso onere di 1.000 euro, che al contribuente con un reddito di 10.000 euro ha permesso di risparmiare 230€, avrà un "valore" di 430€ per chi invece supera i 50.000 euro di reddito.
Conviene più dedurre o detrarre le spese?
Come abbiamo visto vi sono spese deducibili e detraibili, e sarebbe inutile chiedersi se convenga optare per una o l'altra, perché al contribuente non viene quasi mai data la possibilità di scegliere. Possiamo tuttavia fare un confronto a cifre costanti che, come nell'esempio sopra descritto, dimostra che generalmente una spesa dedotta implica un carico fiscale maggiore rispetto a quella detratta.