La fatturazione elettronica obbligatoria in Italia sarà estesa fino al 31 dicembre 2025, in attesa della riforma europea VIDA (VAT in the Digital Age) promossa dalla Commissione Europea, che introdurrà l’IVA digitale in tutti i Paesi membri dell’UE. La proroga, la cui autorizzazione scade il 31 dicembre 2024, è stata confermata con l’approvazione del Consiglio UE della richiesta italiana.
La normativa prevede che tutti i soggetti passivi in Italia continuino a emettere fatture elettroniche fino alla fine del 2025. Ciò include anche le fatture semplificate e quelle relative a operazioni esenti da IVA, in linea con l’attuale regolamentazione europea. Questo approccio permette agli Stati membri di mantenere le proprie disposizioni nazionali fino alla completa attuazione della riforma ViDA, destinata a rendere obbligatoria la fatturazione elettronica in tutta Europa.
La Riforma ViDA in Europa
La riforma ViDA rappresenta una revisione significativa del sistema IVA dell’UE, orientata a contrastare le frodi fiscali e a modernizzare le transazioni transfrontaliere attraverso l’uso delle fatture elettroniche. Tra le novità principali, ViDA introduce l’obbligo di fatturazione elettronica negli scambi commerciali tra Stati membri dell’UE. Sebbene inizialmente prevista per il 2028, la sua applicazione è stata posticipata al 2030.
In questo contesto, l’Italia ha già adottato un regime semplificato che unifica alcune regole per le partite IVA e le PMI. Per i contribuenti con regime forfettario, la nuova soglia di accesso alla flat tax è di 85.000 euro, mentre le PMI con fatturato fino a 100.000 euro godranno di esenzioni IVA per scambi intra-UE. Questa semplificazione è stata pensata per facilitare le piccole imprese e adattarsi gradualmente ai cambiamenti che ViDA introdurrà.
IVA Digitale dal 2030
Il 5 novembre, l’Ecofin ha raggiunto un accordo sulla cosiddetta “IVA nell’era digitale”, con una serie di direttive e regolamenti che si concentrano su dichiarazioni digitali, fatturazione elettronica e riscossione fiscale tramite piattaforme online. Tra le novità, è prevista una dichiarazione digitale per le transazioni transfrontaliere, mentre le piattaforme online dovranno garantire la riscossione dell’IVA per servizi come affitti brevi e trasporto passeggeri, qualora i privati non provvedano al pagamento. Vi sarà anche la creazione di sportelli unici online che consentiranno alle imprese di evitare la registrazione fiscale nei singoli Stati esteri.
La piena attuazione di queste misure, prevista per il 2030, richiede un ulteriore passaggio presso il Parlamento Europeo, l’approvazione formale del Consiglio e la successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale UE. La riforma rappresenta un passo importante per modernizzare la gestione dell’IVA in tutta l’Unione, facilitando la compliance fiscale e la lotta all’evasione tramite l’adozione di strumenti digitali.