Quali sono gli adempimenti fiscali in caso di cessione gratuita beni di modico valore? La tematica delle cessioni gratuite interessa molte aziende che offrono omaggi ai clienti con la finalità di promuoverne la vendita. Ecco tutte le regole sull'emissione fattura omaggio per campioni gratuiti.
Quali beni rientrano tra i campioni gratuiti di modico valore?
Prima di addentrarci nell'analisi degli adempimenti fiscali relativi alla fattura omaggio cerchiamo di chiarire quali sono quei beni che possono fregiarsi del titolo "campioni gratuiti di modico valore". In generale si tratta di prodotti che rientrano nell'attività propria dell'azienda, utilizzati a scopo di propaganda o per consentire alla clientela di effettuare controlli di qualità sul prodotto stesso.
Gli omaggi si presentano solitamente di dimensioni inferiori rispetto al prodotto "originale", in modo tale da impedire che possano essere venduti, anche se questa caratteristica non rappresenta un requisito obbligatorio. In pratica il campione omaggio rappresenta una sorta di "prova" che consente alla clientela di apprezzarne qualità e benefici, con l'obiettivo di spingerli all'acquisto del prodotto stesso.
Campioni gratuiti esclusi dal campo di applicazione IVA, requisiti
Per poter beneficiare dell'esclusione dal campo di applicazione dell'IVA i campioni gratuiti ceduti devono essere di modico valore e appositamente contrassegnati. Questa è la regola fiscale che, stando a quanto previsto dall'art. 2 comma 3 lettera d) del DPR 633/1972, consente di usufruire dell'esclusione dall'imposta.
Per non incorrere in eventuali contestazioni da parte dell'amministrazione finanziaria è necessario che vengano rispettate determinate condizioni, ovvero:
• si tratti di beni di modico valore
• la distribuzione sia gratuita
• siano provvisti di contrassegno indelebile
Per quanto riguarda il valore degli omaggi non esiste una disposizione normativa che consenta di stabilire quale entità deve avere per poter essere definito "modico". Occorre perciò fare riferimento alle varie risoluzioni ministeriali che si sono susseguite nel tempo, dalle quali emerge che i campioni gratuiti possono anche presentarsi di dimensioni uguali ai beni commercializzati, purché rechino diciture specifiche che li inquadrano come beni non destinati alla vendita. La Risoluzione n.360021/1980, ad esempio, precisa che in campo editoriale un libro possa essere considerato cessione gratuita purché contenga, al posto del prezzo in copertina, una annotazione a stampa che lo identifica come tale.
Lo stesso criterio emerge dalla Risoluzione n.381445/1980, che stabilisce la necessità di rendere disponibili alla clientela campioni omaggio di dischi e nastri solo dopo averli muniti della dicitura "campione gratuito" apposta in un angolo della busta con un timbro a perforazione o sull'involucro di plastica attraverso l'impiego di timbri a inchiostro indelebile.
Un documento più recente, ovvero la risoluzione n.430288/1991, precisa che “nella pratica applicazione, si deve farsi riferimento agli usi commerciali, restando in ogni caso esclusi dall’agevolazione i beni di valore significativo”.
Come già accennato i beni oggetti della cessione devono essere distribuiti gratuitamente, quindi senza prevedere alcun corrispettivo, e deve trattarsi di oggetti facenti parte dell'attività di impresa.
Altro requisito fondamentale per poter essere considerati campioni omaggio è la presenza del contrassegno indelebile, che li identifichi come beni non destinati alla vendita. Deve trattarsi di un contrassegno apposto con mezzi che lo rendano indelebile, attraverso lacerazione, perforazione, marcatura, ed essere ben visibile. Non è ammessa, ad esempio, l'applicazione di una etichetta autoadesiva che potrebbe essere facilmente rimossa. Nel caso in cui il campione non consenta l'applicazione del contrassegno è necessario racchiuderlo in involucri sigillati, sui quali verrà apposta la dicitura "campioni gratuiti" (come nel caso appena visto della distribuzione gratuita di dischi e nastri).
Campioni gratuiti, devono essere emessi ddt e fattura?
Adesso che abbiamo visto quali sono i requisiti che ogni bene deve avere per poter essere considerato campione gratuito, passiamo ad analizzare gli obblighi fiscali che scaturiscono dalla sua cessione. Non occorre emettere fattura per la campionatura gratuita, poiché la cessione di tali beni rientra tra le operazioni escluse dal campo di applicazione dell'IVA. Tuttavia, al fine di superare la presunzione di cessione, è necessario predisporre un documento di trasporto con la dicitura "omaggio" che giustifichi tale cessione e fornisca prova della consegna del bene.
In alternativa si può istituire un apposito registro degli omaggi, nel quale andare ad annotare tutte le cessioni di beni effettuate in assenza di corrispettivo.